Pilastrino di Cà del Tosco

Il pilastrino di Cà del Tosco fu costruito nel secolo scorso, intorno agli anni ’50, su una collinetta a poca distanza dal borgo di Cà del Tosco1, lungo una cavedagna che collega alcune abitazioni agricole. La prima di queste abitazioni è denominata Trapoggio e da qui passa la strada che arriva ai Castelletti Rossi e sbuca a Monghidoro. Tale percorso dava la possibilità agli abitanti di quella vallata di radunarsi intorno al pilastrino per recitare il Santo Rosario, solitamente nel mese di maggio. Con il passare degli anni, il manufatto si è sgretolato quasi interamente. L’associazione Oltr’Alpe di Monghidoro è venuta a conoscenza di quella commovente testimonianza di devozione e ha voluto recuperare il pilastrino. Durante il primo sopralluogo, si erano rinvenuti unicamente un mucchietto di macerie, un pezzetto di muro e quello che doveva essere il perimetro del manufatto originario. Sulla base di queste poche informazioni il pilastrino fu interamente ricostruito: sono stati ripristinati l’inginocchiatoio, che si intravedeva nei resti del muretto, la nicchia, ove è stata riposta l’immagine della Madonnina e costruite altre due nicchie con le pietre della zona. Perché due nicchie? Si pensa che ad un certo momento l’immagine della Madonna si fosse deteriorata e un abitante di Cà del Tosco, soprannominato il Pastore, spinto da una profonda devozione, abbia deposto un’immagine di Sant’Antonio in sostituzione di quella ormai rovinata. Poiché non era chiaro se il Sant’Antonio fosse il Sant’Antonio da Padova o il Sant’Antonio Abate si è deciso, in fase di ricostruzione, di fare due nicchie che ospitassero entrambe le immagini sacre, per onorare il sentimento di devozione di quel signore.

 

 

Il 7 Agosto 2014 è stato finalmente inaugurato il frutto di tanto lavoro e in quella serata tante persone di Monghidoro e delle borgate vicine hanno ripercorso a piedi i sentieri e le cavedagne di allora, per l’occasione ripulite dai volontari Oltr’Alpe.  Conclusa la cerimonia religiosa, il Presidente dell’Associazione, Carlo Mezzini, in profondo stato di commozione, ha tenuto un piccolo discorso alla folla, pronunciando queste parole:

 “ Stasera vogliamo parlare del passato e del presente: del passato per raccontare di persone che vivevano nella più assoluta povertà, ma erano onesti e profondamente credenti e ciò li rendeva di grande spessore. E quindi quando sostate di fronte al pilastrino non guardate solo la parte estetica, ma pensate anche al motivo per il quale è stato costruito. Del presente, perché ci concede la possibilità di raccontare di persone e delle loro storie e di portarne rispetto”.

Le lacrime dei presenti che avevano accompagnato gran parte del discorso avevano fatto capire ai volontari di Oltr’Alpe di essere sulla strada giusta. Un doveroso ringraziamento è dovuto a Luca Lorenzini, che ha riprodotto le immagini sacre, e a Carlo Borelli, che ha forgiato la croce in ferro e i cancelletti delle nicchie. E poi gli sponsor e l’instancabile partecipazione di numerosi volontari Oltr’Alpe, che hanno permesso di portare a termine il lavoro.

A memoria di ciò e per il futuro, Oltr’Alpe organizzerà in un giorno del mese di maggio un piccolo pellegrinaggio verso il Pilastrino di Cà del Tosco, con rosario finale.

 

 

1 Cà del Tosco si trova a 706 m s.l.m., posizionata sul versante destro del Savena, circa 2 Km a Sud Ovest di Monghidoro. E’ raggiungibile a piedi anche da Piamaggio, per la strada sterrata che passa dalla Villa di Mezzo, Cà Dosi e poi percorrendo un tratto del sentiero CAI 905. Si trova in una bella posizione panoramica, sopra il rio del Piattello, che alimentava in passato il Mulino del Pirotto a 606 m s.l.m., ricco d’acqua per le confluenze di numerosi ruscelli, e il Mulino del Piattello a 589 m s.l.m., il più basso sul rio omonimo, a circa un chilometro dallo sbocco dello stesso in Savena. Da Cà del Tosco, seguendo cavedagne, si può raggiungere Frassincò e poi il borgo di Fradusto. Nella nuova carta turistica realizzata da Oltr’Alpe a giugno 2019 è inserito nel circuito n. 4 “Verso Fradusto”.

Cà del Tosco - cartografia