Chiesa e Pilastrino di Vergiano

Il Calindri scrive in un’antica pergamena da lui studiata che Vergiano era castello fino dal 1260. Il Castello sorgeva nei pressi del sito che ora ospita la Chiesa. Prima della costruzione di quella attuale, si potevano ancora notare gli avanzi delle antiche mura. Il Castello ricorda il nome antico di Virgilliano ed è da riferirsi ad un antico fondo gentilizio e poi ad una comunità rurale ricordata per la prima volta nel 1223 insieme a Fradusto. L’estimo di Vergiano nel 1245 ricorda 18 case, nel 1249 i fumanti erano 22.
Questa frazione e parrocchia, tra la destra del Savena e la sinistra del torrente Rimandi (o Riomandi), era molto estesa e comprendeva le frazioni e parrocchie di Sant’Andrea Val di Savena e di Fradusto. Nel 1246 fu eretto il Castello di Scaricalasino e una parte degli abitanti di Virgilliano vi si trasferì per disposizione del Comune di Bologna, mentre l’altra rimase bel borgo.
Il Castello di Vergiano del XIII secolo accolse i discendenti della famiglia Macchiavelli, che con altre famiglie guelfe fuggite dalla Toscana dopo la disfatta militare del 4 Settembre 1260, trovarono rifugio nel bolognese.
Alla metà del settecento, sempre secondo il Calindri, gli abitanti erano 126, divisi in 27 famiglie, mentre 4 erano i borghetti: Casone con 4 famiglie, Vergiano con 5 famiglie, La Torre con 3 famiglie, Zaccarlina con 5 famiglie e case sparse. Nel terreno erano presenti cave di pietra serena e sasso arenaria; pare che si rinvennero grandi quantitativa di ossa e crani di gigantesca grandezza. La scoperta avvenne in una cava di arenaria nei pressi di un terreno che il parroco di allora, Don Bacialli, aveva acquistato per la Compagnia del SS.mo Sacramento. In seguito le ossa furono benedette e riseppellite in luogo sacro. Calindri descrive come Vergiano disponesse di “ottima aria, clima ventoso e fertilissimo suolo”.

La località, a 662 m sul livello del mare, appartiene al Comune di Monghidoro da cui dista 5 Km e da Bologna 47. Confina a Nord Est con Trasasso e Stiolo, a Sud con Fradusto, a Ovest con Sant’Andrea. Vergiano era posta sotto la protezione di Sant’Alessandro Papa ed era parrocchia, oggi è sussidiale della parrocchia di Fradusto, come Stiolo e Sant’Andrea Val di Savena. Il Castello, o Rocca, o Torre fortificata, pare fosse fabbricato dove oggi è presente la Chiesa, “come additano le rimaste reliquie di un antico muraglione il cui fondamento serve di sponda estrema al prato che si stende tra la Chiesa e il ciglio della rupe verso Savena”. In passato, come afferma il Rambelli, le comunità di San Procolo di Fradusto e San Alessandro di Vergiano erano unite, tutto ciò prima del 1796, quando Vergiano cessò di essere Comune.
Il culto di San Alessandro Papa e martire è molto antico, essendo uno dei primi vescovi romani tra gli anni 106 e 120, anche se gli storici affermano che il papa e il martire sono due personaggi distinti. Inoltre lo storico ricorda che dalla fine del Quattrocento e fino alla metà del Cinquecento La Chiesa di Vergiano viene indicata anche con il titolo di S. Croce; nello stesso periodo la Chiesa di Bisano in Valle d’Idice, che era dedicata a S. Biagio assume il titolo di S. Croce e poi quello di S. Alessandro che tiene tuttora. E ’possibile che tra i due fatti ci sia una relazione. Vergiano è l’unica chiesa che fin dall’inizio aveva come santo titolare S. Alessandro.

La Chiesa fu più volte restaurata e arricchita dai parroci che la guidarono, come minuziosamente documentato nel testo di Don Orfeo FacchiniLungo il Savena, di chiesa in chiesa…”, da cui sono state tratte parte dei testi qui riportati.
L’attuale Chiesa di Vergiano ha richiesto circa dieci anni di lavori a partire dal 1883, svolti per merito di Don Giuseppe Gaggioli. Ci sono stati danni causati dalla seconda guerra mondiale e agli inizi del 2000, a seguito del terremoto del 2003, che ha interessato l’Appennino con effetti rilevanti nei Comuni di Loiano, Monghidoro e Monzuno, dove l’intensità massima si è verificata nel borgo di Zaccarlina. La Chiesa è stata più volte restaurata. Oggi all’interno c’è una cappella per San Mamante, mentre l’altare maggiore è dedicato a San Alessandro.

Fin dall’antichità Vergiano fu meta di pellegrini e devoti dell’alta valle del Savena. San Alessandro Papa, patrono della parrocchia, si festeggia il 3 maggio; tuttavia la festa più frequentata e nota è quella di S. Mamante, celebrata il 16 agosto e detta “Festa grossa”. La ricorrenza è legata al colera che nel 1855, che colpì molte zone del territorio italiano, tra cui la stessa Vergiano. I parrocchiani di Vergiano si ritrovarono sulla sommità a 780 m del Monte detto di San Vincenzo, quando il morbo finì, ad esprimere la devozione alla Madonna. Per questo motivo, ai giorni nostri, l’ultima domenica di agosto, la sacra immagine della Madonna viene portata in processione sul monte S. Vincenzo, dove nel frattempo era stata eretta una croce con accanto un Pilastrino con l’immagine di S. Vincenzo, che fu sostituita da immagine mariana dopo il suo trafugamento. Nel corso degli anni questo impegno fu onorato coinvolgendo le comunità di Stiolo, Lognola, Fradusto, Sant’Andrea Val di Savena.

La processione avveniva appena dopo il tramonto, quando i fedeli, con fiaccole, salivano in preghiera, mentre nella campagna sottostante venivano accesi dei falò alla benedizione. La tradizione di raggiungere il Pilastrino di S. Vincenzo sul monte omonimo resse fino al 1973, poi a seguito di vari fattori contingenti, legati allo spopolamento della montagna verificatosi fin dagli anni 60 del secolo scorso, alla difficoltà di percorrere sentieri divenuti impraticabili, unitamente alla perdita di valori consolidati nel tempo, fece si che la tradizione si interrompesse. Il percorso della processione, a partire dal 1974, si ridusse al solo itinerario fra la Chiesa e il Borgo. All’Associazione Oltr’Alpe si riconosce il merito di aver ripristinato questa tradizione, con interventi che hanno interessato sia la Croce che il Pilastrino sulla sommità del Monte, sia la sentieristica. La festa di inaugurazione ebbe luogo nell’ultima domenica dell’Agosto del 2007.

LA FESTA DEL SANTO A VERGIANO

La festa del Santo, che dal 2007 si celebra nuovamente ogni anno l’ultima domenica di agosto, rappresenta un esempio di “restauro devoto”, caratterizzato dal ricostituirsi spontaneo di un sentimento di devozione comunitaria.

L’associazione Oltr’Alpe nel corso degli anni ha ripulito la vecchia strada comunale che da Vergiano sale a Cà di Baldino e ha riaperto il sentiero che da questa sale al monte detto di San Vincenzo. La “via sacra” parte dalla Chiesa di Vergiano, dove appena fuori dal sagrato, al bivio per il camposanto, un’immagine mariana in terracotta è esposta in un’edicola in pietra vista, con tettuccio a capanna, coperto da tegole e completato dalla sua croce in ferro. La processione si incamminava accanto al cimitero verso il pilastrino di Pian di Vergiano, scolpito nell’arenaria, uno fra i più belli della zona per la linea elegante della cuspide. Rimasto sepolto dal terreno dei campi arati è stato di recente riportato alla luce fino alla sua base.

Intrapresa la salita verso il monte si incontra una robusta croce lignea che porta all’incrocio dei bracci un’edicola con una targa ceramica raffigurante Santa Lucia (Cooperativa ceramica di Imola, produzione da antica stampa). Sostituisce un tabernacolo arboreo in cattivo stato di conservazione.

Vergiano - Croce con Immagine di Santa Lucia

Sul Monte S. Vincenzo dove fa meta la processione per la messa, è stata sostituita la grande Croce in legno, probabilmente eretta nel 1900, con una nuova che ne riproduce forme e dimensioni. Anche il pilastro in muratura è stato rinsaldato, intonacato e nella nicchia interna è stata posta un’immagine della Madonna del Rosario in ceramica (Cooperativa Ceramica di Imola, produzione attuale da antica stampa).

Sulla via del ritorno si incontra per primo un tabernacolo ligneo posto su un albero, dove è esposto una ceramica con immagine mariana. La processione fa sosta davanti al Piastrino datato 1923 e firmato Antonio Monti. Ora il pilastrino è risistemato e completato con una nuova cuspide e anche l’immagine della B.V del Piratello è stata ricomposta.

 Verso la fine della discesa si incontra un tabernacolo arboreo con immagine di Sant’Antonio da Padova, sotto al nuovo tempietto ligneo vi è ancora traccia di un più antico frammento ceramico.

Poco oltre, sulla facciata della casa di Ettore Musolesi, che nella chiave d’arco all’ingresso porta la data del 1797 si apre una nicchia che ospita una rara targa ceramica della Madonna del Fuoco (fabbrica romagnola fine XIX).

Si entra nel Borgo toccando un pilastrino con immagine mariana, dalle semplici linee, in pietra scolpita datato 1972.

Scendendo nella piazzetta del Borgo, nella muratura della facciata di casa Vaioli è inserita accanto alla porta d’ingresso un prezioso tabernacolo a frontale in pietra arenaria tratta dalla vicina località Canovetta , scolpita con profilature lisce dove è incisa la data del 1806. Espone un’immagine della Madonna del Buon Consilio (targa ceramica, manifattura Bucci, Imola inizio XIX).

Prima di percorre la breve discesa che riporta alla Chiesa, ancora nella piazzetta del Borgo, si passa accanto ad un fienile, dove una grande pietra d’angolo è stata scolpita con solchi a raggera intorno ad una immagine della B.V San Luca. Della ceramica resta un piccolo frammento, ma una foto del passato degli anni ’70 ce la mostra in migliori condizioni.

Sulla strada per Sant’Andrea Val Savena si incontra un altro Pilastrino, detto Pilastrino Basso.

Le testimonianze della “festa del voto” sono state fornite da Ettore Musolesi e Carlo Mezzini, descritte nel testo di Don Orfeo Facchini.

Riferimenti

Fonte del testo tratto dal libro di Don Orfeo Facchini: “Lungo il Savena…, di chiesa in chiesa” Gruppo di Studi Savena Setta Sambro -2017.

Foto Oltr’Alpe con realizzazione testo per sito web di C. Garavaglia- aggiornamento 19/04/2020

Chiesa di Vergiano, info dai siti web:

https://www.tourer.it/scheda?chiesa-di-santalessandro-di-vergiano-vergiano-monghidoro

 

FOTO:

© Associazione Oltr’Alpe, Carla Garavaglia

Licenza Creative Commons
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Testimonianze fornite da Ettore Musolesi e Carlo Mezzii, descritte nel testo di Orfeo Facchini

Testo di C.Garavaglia, ultimo aggiornamento del 14 marzo 2020

Chiesa di Vergiano, informazioni dai siti web:

https://www.tourer.it/scheda?chiesa-di-santalessandro-di-vergiano-vergiano-monghidoro

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=65002#

Bibliografia

Orfeo Facchini -2017 Lungo il Savena di chiesa in chiesa Gruppo studi Savena Setta Sambro

Maria Cecchetti -Rivista Savena Setta Sambro

Tesi di laurea di Danesi Ilaria: EDICOLE SACRE NEL TERRITORIO – Aspetti di storia e religiosità popolare nel lughese.
Facoltà di Lettere e Filosofia-Corso di laurea in Storia Contemporanea-Anno Accademico 2011-2012