Il Castello di Monghidoro
Secondo varie fonti, il nome Monghidoro deriverebbe da Mons Gothorum, Monte dei Goti. Gli storici ci riferiscono che nell’anno 524, il Re goto Totila, dopo aver assediato invano Firenze, si era ritirato nel Mugello, allo scopo di difendere i valichi appenninici dagli attacchi dell’esercito romano di Giustiniano e non è improbabile che anche a Monghidoro fosse insediato un nucleo di Goti, aventi l’incarico di vigilare il valico montano tra l’Emilia e La Toscana. Nel XII secolo l’esistenza di centri importanti sulla destra del Torrente Savena fa sì che sorga una nuova strada tra Bologna e Firenze, denominata prima Via delle Filigare, poi Montanara, poi di Via di Toscana, oggi Via S.P. n.65 della Futa, che congiunge i centri di Bologna, Pianoro, Livergnano, Loiano, Roncastaldo, Scaricalasino (oggi Monghidoro) e Passo del Giogo, toccando Firenzuola e Scarperia.
L’appellativo Scaricalasino è dovuto al fatto che i pellegrini e gli animali da soma dovevano passare in un breve tempo da 610 m di Roncastaldo agli 865 m di Scaricalasino ed era necessario fare riposare gli animali che trasportavano merci e persone. Quindi, per secoli, Monghidoro è stato conosciuto come luogo dove si doveva scaricare l’asino. A metà del 1700, su iniziativa del Gran Ducato di Toscana, si disegna un nuovo tracciato che prevede l’abbandono del Passo del Giogo per quello più alto della Futa, da cui la strada prenderà il nome. Monghidoro è sorta su questa antica strada sempre più importante e frequentata. Da vari testi si ricavano le seguenti date per il castello di Scaricalasino.
1246 – E’fondato il “castrum” di Scaricalasino. Il governo della città di Bologna, nell’ambito della politica di colonizzazione del contado, ordina ai villani residenti nella città da meno di cinque anni di ritornare ai territori di origine. Scaricalasino diventa Borgo Franco. E’costituito solo da uno spalto rafforzato da uno steccato e vi vanno ad abitare famiglie della Pieve di Monghidoro, di Frassinico, Vergiano, Stiolo. Dove era costruito il castrum?
1249 – Dal libro dei fumanti sappiamo che nel “castrum” di Scaricalasino abitano cinquantuno famiglie e che è ubicato di fronte al Convento dei Frati Olivetani. Non piccolo era il circondario della sua rocca, dalla quale oggi non è rimasto altro che il sito detto”il Castellazzo”.
1250 – Negli statuti della città di Bologna, il Comune ordina di realizzare in muratura la porta del “castrum” di Scaricalasino e presso la porta costruire ai lati un muro di almeno tre pertiche e di erigere una torre con uno zoccolo senza aperture e un’altezza sopra lo zoccolo di quindici ponti. Vi devono lavorare sei “magistri de muro” a spese del Comune di Bologna. Vi si costruisce una “domus communis Bononie “rafforzata da una torre dove deve risiedere il podestà di bandiera. Nel Castello di Scaricalasino ha sede una podesteria della montagna, con compiti di controllo militare, giudiziario e amministrativo per la zona a sud di Livergnano, a ovest del Savena e a est del Sillaro. Vi si tiene un mercato ogni seconda domenica del mese.
1252 – Negli statuti della città di Bologna, il Comune prescrive che sia costruito un pozzo a spese della comunità all’interno del Castello di Scaricalasino. Si prescrive inoltre di alzare la torre esistente del Castello di Scaricalasino di quindici ponti (18-20 metri circa), di costruirvi una porta in muratura ed un piede di torre senza aperture presso la porta.
1256 – Scaricalasino appartiene al Comune d Bologna come fortificazione, casamenta e terreni interni al Castello.
1259 – Negli statuti della città di Bologna il Comune prescrive che siano tracciate aree al di fuori e intorno al Castello di Scaricalasino da vendere agli abitanti affinché vi si trasferiscano le stalle e i fienili.
1265 – Sono istituiti i capitanati della montagna con sedi in Castel Leone, Castel di Casio e Scaricalasino.
8 Agosto 1280– Il Castello di Scaricalasino viene distrutto ad opera dei soldati della famiglia Lambertazzi.
10 Giugno 1285– Ricostruzione del Castello di Scaricalasino. La fortezza emerge cinque piedi dal suolo.
Ultimo quarto di Ottobre 1285 – Il Castello di Scaricalasino è quasi compiuto perché il capitano del popolo ordina al podestà, al giudice e al notaio di risiedervi e sorvegliare i lavori del cassero e della “domus castri”.
1288 – Negli statuti della città di Bologna si prescrive di alzare la torre presso il palazzo del Capitano fino all’altezza di 15 piedi (5,70 m) al di sopra dei tetti del palazzo a spese degli uomini della podesteria. Sulla torre dovrà essere posta una campana. Il lavoro dovrà essere eseguito a cura di fra Arduino Bonzagni che aveva progettato e costruito il palazzo.
1297 – Il governo di Bologna invia un capitano e alcuni balestrieri in vari fortilizi, fra cui quello di Scaricalasino.
1298 – La commissione sui fortilizi della città di Bologna manda a Scaricalasino una guarnigione di mercenari romagnoli composta da cento soldati e ventinove balestrieri. Andrea di Castello degli Andalò è il capitano della fortezza di Scaricalasino, al comando di duecentoventicinque stipendiari dei quali 150 “pedites cum lanceis” cinquanta “cum balestris” e venticinque soldati a cavallo con facoltà di arruolare altri uomini a partire da Pianoro.
9 Ottobre 1298 – Il senato di Bologna provvede ai Castelli del contado: a Scaricalasino invia cento soldati e ventinove balestrieri.
1300 – A Scaricalasino vengono inviati venticinque soldati.
1315 – Dall’estimo sappiamo che cinque famiglie abitavano nel borgo di Scaricalasino ai piedi del Castello, che risulta invece disabitato.
1359 – Taddeo da Cuzzano, per ordine di Bernabò Visconti, occupa Scaricalasino ed espugna Samoggia e Monte Maggiore.
1360 – Il castello di Scaricalasino è strappato al controllo della città di Bologna dai soldati della famiglia Ubaldini, guidati da Muzzarello da Cuzzano e dato in potere adi Bernabò Visconti, ma poi gli Ubaldini il 14 Ottobre dello stesso anno, lo cedono di nuovo alle truppe del legato papale.
1392– Il Comune di Bologna nomina Capitano di Montagna uno dei più valorosi capitani di quei tempi, cioè Bartolomeo de’ Vanni di Città di Castello con uno stipendio mensile di 35 fiorini d’oro, stipendio per quel tempo vistosissimo.
Da allora Monghidoro – Scaricalasino seguì le sorti di Bologna, divenuta la seconda città dopo Roma, dello stato della Chiesa. Nel 1444 nasce a Scaricalasino Armaciotto (o Ramazzotto) dei Ramazzotti, uno dei più prodi ed illustri Capitani di quel secolo. Fu valoroso capitano di Lorenzo Medici Il Magnifico, Ferdinando II di Napoli, Giovanni II Bentivoglio e dei Pontefici Giulio II, Leone X, Adriano VI e Clemente VII. A sud di Scaricalasino fece costruire la Chiesa e Il Monastero di San Michele “ad Alpes “, che affidò ai frati Benedettini di San Michele in Bosco di Bologna.
Il complesso architettonico monastico era provvisto di Chiesa e di un ottimo Ospizio per i viandanti con camere separate per pellegrini e pellegrine. Il monastero è oggi scomparso, cancellato dagli eventi bellici della II Guerra Mondiale. Il toponimo Scaricalasino è rimasto in voga fino alla fine del 1800, infatti nel 1796 esisteva il Distretto di Loiano e di Scaricalasino.
Nel 1810 un nuovo ordinamento amministrativo portò alla formazione del nuovo Comune con il nome di Monghidoro.
Monghidoro, Parco del Castellaccio – Due grossi massi di arenaria ed una stele ricordano l’antico Castello di Scaricalasino
La scultura rappresentante Armaciotto realizzata da Luigi Enzo Mattei, posta sull’edificio del Comune di Monghidoro – foto Gianni Gitti (2008)
La scultura rappresentante Armaciotto realizzata da Luigi Enzo Mattei, posta sull’edificio del Comune di Monghidoro, particolare – foto Gianni Gitti (2008)
Informazioni tratte dal testo di Romano Colombazzi del 2018: Appennino Bolognese-Alla scoperta dei castelli perduti nella Valle del Savena – Gruppo di studi Savena Setta Sambro.
Ulteriori informazioni al sito web:
San Michele in Bosco meraviglia di Bologna
https://www.nellevalli.it/armaciotto-da-scaricalasino-il-signore-della-montagna/