Fossili recenti rinvenuti nelle Argille Scagliose – Fauna delle Argille Scagliose

Ammonite Pulchellia

sp.nov. dalle Argille a Palombini (Barremiano) delle Argille Scagliose

Foto dell’ammonite Pulchellia, rinvenuta da Ultimo Bazzani nel 2015 nell’affioramento di Argille Scagliose nel fondovalle a fianco della parete Est di Montovolo. Si tratta di un guscio perfettamente conservato di ammonite, un cefalopode spiralato del genere Pulchellia (Sarti 2014), noto fino ad ora solo nel Cretaceo inferiore (Barremiano), probabilmente una nuova specie, segnalato come Anahoplites nel 2011, alla prima costituzione della Sala della Terra del Museo di Castiglione De Pepoli, per essere una vera rarità fossile nelle Argille Scagliose. (Rif. GUIDA GEOLOGICA ALL’ALTO APPENNINO BOLOGNESE – bozza 2015 di Gian Battista Vai, Paolo Ferrieri, Fabio Gamberini, collaborazione di Alessandro Ceregato, Stefano Falcone, Federico Fanti, Daniele Scarponi, Carlo Sarti, Barbara Sorce, Marco Taviani).

 

Calpionella

La Calpionella è un genere fossile di Tintinnidi unicellulari, dal guscio cilindrico, o lorica. Fossili guida dal Giurassico superiore al Cretaceo inferiore. Tintinnidi, tintinnus, campanello. Microfossili unicellulari, del gruppo degli Infusori Ciliofori. Possedevano guscio di forma cilindrica (lorica) lungo da 50 μm sino a un millimetro; vi si distinguono una parte orale superiore e una parte aborale inferiore, spesso fornita di appendice caudale. Presso l’apertura si può avere un collare rivolto verso l’esterno o l’interno. I Tintinnidi sono in gran parte marini e sono presenti, in genere, in calcari fini del Giurassico o del Cretaceo inferiore, spesso accompagnati da alghe e radiolari. Tra i generi più noti vi sono Calpionella, Calpionellites, Tintinnopsella e Amphorellina. Si rinvengono nei Calcari a Calpionella, rocce con strati di spessore da 20 a 200 cm, di calcare biancastro, compatto e con tipica frattura concoide. Si tratta di micriti molto fini con sparsi microfossili (tintinnidi e radiolariti) dai cui gusci derivano principalmente le sensibili percentuali in silice (quarzo, calcedonio). Talvolta sono presenti anche noduli di selce. Sono calcari pelagici, depositati in mare profondo, il cui nome deriva dal genere di microfossili più frequente come appunto i Calpionella.

Dove è possibile vedere oggi Calcari a Calpionella?

Cava di Monte Beni - successione stratigrafica

La foto sopra mostra la successione stratigrafica delle rocce che si può leggere osservando la ex cava di Monte Beni: nella cava si vede la successione completa di rocce sedimentarie, silicee, vulcaniche e magmatiche che formano gli oceani di oggi, come 180 milioni di anni fa formavano l’Oceano Ligure Piemontese, area di origine per le ofioliti dell’Appennino Settentrionale. Ciò che resta di questa antica crosta oceanica e del mantello superiore prima di essere stata spinta, traslata e interamente rovesciata è visibile nelle rocce di Monte Beni, dove sulla cima si scorgono le forme consumate delle antiche lave a cuscino, i basalti delle ofioliti. Nella foto: “argille a palombini” alla base, calcari a Calpionella (plancton calcareo o “calcari organogeni”), diaspri rossi (prodotti da fini ceneri vulcaniche disperse in mare), in alto sulla cima lave a cuscini prodotte dall’effusione di lave basaltiche sul fondo di un oceano antico, basalti rossicci, gabbri, serpentini (alterazione di rocce peridotitiche del mantello oceanico).

Mufloni su Calcari a Calpionella Cava di Monte Beni giugno 2014

Mufloni su Calcari a Calpionella Cava di M. Beni giugno 2014

Bombicci riferisce che i fossili erratici trovati nelle argille scagliose sono quelli che provengono per intrusione o contatto delle rocce del Cretaceo superiore, riferendosi ai Nummuliti, alla pietra forte, al calcare alberese. Elenca poi una lista dei fossili notevoli rinvenuti nelle argille scagliose: Inoceramus, trovato dal Mortillet nel 1862, in un pezzo di pietra forte, nelle argille scagliose lungo l’Idice; fucoidi e nemertiliti insieme, ammonite, raccolta dall’ Ing. Sieben nel traforo della galleria ferroviaria di Casale (fra Porretta e Riola) in un’arenaria finemente granulare; hamites (impronta) trovata dal Lorenzini nei dintorni di Montese; ammoniti, riuniti in un esemplare di arenaria, scoperto nel 1869 dal Lorenzini al podere del Fradetto, distante poco più di un chilometro dalla stazione di Porretta; altra ammonite trovata a Riomuro, presso Porretta, sempre nelle argille scagliose; Taonurus, che il Capellini raccolse sulla vetta di Granaglione, citando ancora nemertiliti, Taenidium Fischeri, Paleodictyon crassum e Paleodictyon Strozzii.

Il Bianconi ha ripetutamente segnalato nelle argille scagliose e in quelle dei Poggioli rossi, sotto Monte Paderno, di Sabbiuno, di Monte Vedriano, sulla Gajana, di Varano, etc., i denti di squalo dei generi Otodus, Oxyrhina, Lamna, Notidanus Carcarodon; dei primi tre generi di pesci si trovarono i denti anche nelle marne mioceniche di Casa-bianca, presso S. Lorenzo.

Scarabelli, nel 1854, fa una sostanziale integrazione della descrizione delle Argille Scagliose di Bianconi del 1840 e per primo vi riconosce una stratificazione interna e un ordine, mascherato da una falsa apparenza massiccia e caotica. Inoltre trova per primo Nemertilites e Paleodictyon e poi grosse Lucine nella Molassa Argilloso-marnosa (formazione Marnoso-Arenacea). Questi tipi di fossili sono oggetto della Paleoicnologia, una scienza relativamente recente; la natura delle tracce osservabili nei casi di impronte lasciate dai vermi limivori o altri invertebrati nel loro spostamento sul fondale marino fu compresa nel 1850 da Paolo Savi e Giuseppe Meneghini, che istituirono la specie Nemertilites strozzii (oggi Scolicia strozzii – Savi e Meneghini 1851) e Nemertilites meandrites per definire le tracce serpentiniformi, in rilievo, osservate su strati di macigno.

Ichnofossils - Scolicia Strozzii

 Ichnofossils – Scolicia Strozzii (Savi e Meneghini, 1851) – immagine tratta da https://www.wikiwand.com/en/Scolicia

Inoceramus

Sowerby, 1814: è un genere di molluschi estinto, appartenente ai bivalvi. Visse tra il Giurassico inferiore e il Cretacico superiore (circa 190 – 80 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in gran parte del mondo.

Inoceramus Vancouverensis Inoceramus vancouverensis – tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Inoceramus#

Denti di squalo dei generi Otodus, Oxyrhina, Lamna, Notidanus, Carcarodon

Dente di squaloDente di squalo (Pianoro), da foto di Emilio Veggetti

 Maggiori informazioni al sito: materiali delle Argille Scagliose e della Formazione Marnoso-arenacea dell’Appennino Settentrionale  http://guida-scarabelli.museiciviciimola.it/location/guida-multimediale-museo-giuseppe-scarabelli/geologia/materiali-delle-argille-scagliose-e-della-formazione-marnoso-arenacea-dellappennino-settentrionale/

Studi sulla flora fossile e geologia stratigrafica del Senigalliese Di Abramo Bartolomeo Massalongo, Giuseppe Scarabelli Gommi Flamini-1859