Arenarie della Formazione di Monghidoro
Geologia
Le arenarie della Formazione di Monghidoro appartengono al Supergruppo del Sambro del Dominio Ligure esterno. Questa formazione segna il passaggio graduale dalle alternanze di torbiditi calcareo-marnose ed arenaceo-pelitiche della sottostante Formazione di Monte Venere (Maastrichtiano-Paleocene) ad una sedimentazione di torbiditi arenacee con differente rapporto arenaria/pelite caratteristica sia di ambiente di piana sottomarina che di conoide esterna. Il tetto della formazione è datato Paleocene superiore.
Attività estrattiva
Le arenarie di Monghidoro venivano estratte nei pressi dell’abitato di Monghidoro dove si coltivavano tre orizzonti arenacei in giacitura rovesciata a franappoggio nella cava I Balzi del Carlino. Le bancate inferiori, di circa un metro di spessore e quella superiore di circa 50 cm, sono separate fra loro da livelli siltitico-pelitici, presentano gradazione diretta e sono prive di laminazione netta. Anche in località Canovetta di Sopra nella frazione di S. Andrea Val Savena si coltivavano tali arenarie nella cava Canovetta da un orizzonte arenaceo in giacitura rovesciata lievemente a franappoggio dello spessore medio di un metro, gradato e privo di evidenti laminazioni.
Caratteri mineralogico-petrografici
Le arenarie di Monghidoro si classificano come arcose passanti ad arcose litiche, presentano colore da grigio chiaro a giallastro e granulometria variabile da grossolana a fine. La componenste silicoclastica è dominante, con clasti di quarzo, feldspati (ortoclasio, plagioclasi e microclino in ordine decrescente di presenza), miche (muscovite, biotite e clorite) e frammenti di rocce magmatiche (apliti e vulcaniti acide) e raramente metamorfiche (gneiss). I clasti quarzo-feldspatici hanno morfologia subangolosa a bassa sfericità, quelli fillosilicatici, lamellare. I frammenti di rocce carbonatiche sono quantitativamente subordinati, si tratta di calcari micritici e sparitici a morfologia ellissoidica e bordo arrotondato. Le fasi accessorie sono costituite prevalentemente da minerali opachi (pirite framboidale) e trasparenti come zircone e granato. Gli interstizi tra i clasti sono riempiti dalla componente siltitica e dal cemento carbonatico sparitico. La componente clastica nell’insieme rivela una marcata tendenza all’isorientazione subparallela al piano di sedimentazione dell’arenaria senza formazione di livelli a concentrazione selettiva.
Impiego storico ed attuale, degrado e conservazione
La coltivazione avveniva con metodi artigianali con mazze e cunei sfruttando la vena della roccia, il materiale estratto veniva utilizzato in loco per l’edificazione dei borghi (con le caratteristiche case-torri), dei rustici e per la pavimentazione stradale.
L’arenaria di Monghidoro pur presentando un medio coefficiente di imbibizione, mostra, negli impieghi osservati, facile attitudine alla sfaldatura ed all’arenizzazione in quanto è particolarmente sensibile all’effetto indebolitore dell’acqua. I materiali in opera che presentano particolari strutture sedimentarie quali laminazioni ed eterogeneità granulometriche, possono generare, nel tempo, un degrado differenziale con esfoliazioni e distacchi preferenziali.